La scommessa per il futuro

28 Gennaio 2022
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L’Italia dei cavalli ha illustri tradizioni ma il suo prestigio a livello mondiale è un antico ricordo e, da troppi anni, è ancorata a un destino avvilente. Eppure, l’ippica nazionale, che produce posti di lavoro e da sempre rappresenta un patrimonio culturale e sociale, dovrebbe essere valorizzata e rilanciata con impegno.
La puntata numero 134 di Mondo Galoppo raduna due ospiti accumunati non solo dal luogo natio (Pisa) e dalla professione di medico, ma anche dall’aver fondato, nel 1984, Ital-Cal Horse Management, anello di congiunzione tra ippica italiana e americana: Paolo Romanelli, erede della dinastia dei Regoli, e Marcello Lazzeri, consigliere comunale a Pisa, dove di recente ha organizzato il convegno dall’eloquente titolo «Ippica, quale futuro?».
Alla domanda si cerca di rispondere nella trasmissione di Filippo Brusa, i cui interlocutori sono concordi nell’indicare una via: quella della scommessa, «non da criminalizzare, come accade spesso in Italia, ma, al contrario, da valorizzare con saggezza, seguendo le orme del modello americano».
Gli Stati Uniti sono d’attualità per la sesta edizione della Pegasus World Cup, in programma sabato 29 gennaio 2022 a Gulfstream Park, dove sarà impegnata in un Gruppo 3 da cinquecentomila dollari Wakanaka: la vincitrice delle Mille Ghinee italiane, alla prima uscita per Will Mott e per i colori del Team Valor International and Barber, Gary, avrà in sella Umberto Rispoli. A illustrare, dalla Florida, la ricca riunione di corse, che calamita non solo purosangue di primissima qualità ma anche stelle dello spettacolo, è Romanelli, pronto, infine, a ricordare il successo delle recenti aste Obs Ocala.

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Filippo Brusa, giornalista professionista, autore e conduttore televisivo, promuove iniziative editoriali legate all’ambito culturale, sportivo ed enogastronomico, applica il giornalismo come strumento per comprendere il mondo e lotta contro ogni censura, contro l’ipocrisia del politically correct, contro il mostro soffocante del luogo comune e contro la sopraffazione del «pensiero unico».

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