Artis Ergasterium

«Spalanchiamo l’officina d’arte...»
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Aprendo il quarto capitolo del secondo libro del De Vulgari Eloquentia, Dante spalanca la porta dell’officina d’arte: «artis ergasterium reseremus» (letteralmente «apriamo l’officina d’arte»). Un passaggio necessario per porre i fondamenti della poetica volgare e fornire la definizione di poesia, «que nichil aliud est quam fictio rethorica musicaque poita» («che non è altro che invenzione, ispirazione, espressa poeticamente secondo retorica e musica»).
Ergasterium, vocabolo raro, implica una visione dell’opera d’arte di tipo “fabbrile”. L’artista, il poeta, lo scrittore non è l’eletto, il baciato dalla divinità che di colpo si mette a creare, come se fosse stato colto da improvvisa, miracolosa folgorazione, allo stesso modo di Saulo di Tarso (san Paolo), caduto da cavallo sulla strada di Damasco. L’artista non è chi ha la presunzione di affidarsi al solo ingegno («de solo ingegno confidentes», dice Dante in un altro passo fondamentale del De Vulgari: II, iv, 11) ma è colui che studia, si sforza, fatica e lavora per affinarsi, per migliorarsi continuamente, come hanno fatto sempre tutti i grandi geni.
«Il genio è fatica e lavoro», sosteneva Goethe: «Genie ist Wahrheitsliebe, es ist Mühe und Arbeit» (letteralmente «Il genio è amore per la verità, è uno sforzo e un lavoro»).
E «il poeta» (o l’artista in generale) «è un grande artiere», come scrive Carducci, ponendosi sulle orme di Orazio, che nell’Ars Poetica impiega il termine «faber» (verso 32), e ovviamente su quelle di Dante, che chiama Arnaut Daniel «miglior fabbro del parlar materno».

LABORATORIO DI IDEE

Il fabbro nella sua bottega, particolare del mese di febbraio appartenente al “ciclo dei mesi” presenti nella Torre dell’Aquila a Trento, affrescato da Maestro Venceslao tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV secolo
Il fabbro nella sua bottega, particolare del mese di febbraio appartenente al “ciclo dei mesi” della Torre dell’Aquila a Trento, affrescato da Maestro Venceslao (fine  XIV sec. e inizi XV sec.)

Questa sezione, Artis Ergasterium, richiama esplicitamente “Ergasterio Officina d’Arte”, il laboratorio di idee nato, con gli stessi principi appena citati, a Brusimpiano, paese della provincia di Varese affacciato sul lago di Lugano, nel 2003. Allora, Costantino Lazzari, uomo di profonda cultura e umanista, aveva contribuito alla fondazione di quell’officina di saperi mettendo a disposizione una sua casa, tanto simile a quella affrescata da Maestro Venceslao in una porzione del mese di febbraio appartenente al “ciclo dei mesi” presenti nella Torre dell’Aquila a Trento. Quella casa spicca proprio alle spalle di un fabbro, intento a lavorare nella sua bottega: con la barba bianca e il volto arrossato dal calore della fucina e dalla fatica, l’artigiano, come un demiurgo associabile all’antico dio Vulcano, plasma la materia con il fuoco per donarle nuova vita.

PRINCIPI ERGASTERICI

Logico dunque che questa immagine emblematica diventasse il vero simbolo dell’Ergasterio, officina d’arte e cenacolo culturale aperto a tutti, come si leggeva nel manifesto degli “egasterici”: «In un mondo in cui tutto si compra e mercifica (compresa la cultura), l’Ergasterio vuole invitare al proprio convivio chiunque sia propenso a offrire liberamente le proprie conoscenze per non trarre nessun altro vantaggio se non quello di arricchire, attraverso esse, gli altri e, in questo modo, se stesso. La parola cultura per noi è scevra di ogni presunzione intellettuale ma assume il significato di apertura totale a ciò che ci può apparire insolito o diverso e, oltre a voler dire dialogo, confronto e libera circolazione delle idee, è anche sinonimo di curiosità per il nuovo e capacità di mettersi in discussione».
Tali fondamenti rivivono anche qui per portare avanti, dopo un ventennio, le principali finalità dell’Ergasterio, luogo d’incontro, dialogo e crescita, oltre che di lavoro e cooperazione, capace di promuovere la libera circolazione delle idee, di stimolare la coscienza critica, di essere osservatorio di avanguardie e di accendere il dibattito sulla poesia contemporanea.

AREA CONTAMINATA

Artis Ergasterium non è solo rivolto alla poesia ma a tutte le arti, con una serie di continue – non necessariamente contigue – contaminazioni.
Un crogiolo di differenti esperienze culturali e un crocevia dove poter incontrare artisti, artefici, artigiani…
Artis Ergasterium è un punto di partenza e ripartenza verso saperi e sapori di luoghi diversi.
È un’officina che coltiva il seme della cultura nel terreno fecondo della relazione dialogica e non smette mai di porsi domande, senza paura di mettersi in discussione.
Artis Ergasterium è un’area rigorosamente contaminata, non esclusiva e aperta a tutti: potete scrivere qui per condividere le vostre idee, aprendo quel dialogo che è sempre fonte di accrescimento e rinnovamento intellettuale.

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